27 Apr
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Sono state ritrovate durante il mese di novembre 2022 oltre 4.000 pagine di appunti delle lezioni del filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel nella biblioteca dell’Arcidiocesi di Monaco e Frisinga. Dopo 200 anni è stato Klaus Vieweg, docente di storia della filosofia dell’Università ‹Friedrich Schiller› di Jena e ricercatore di Hegel, a riportare alla luce cinque scatole contenenti cartelle e documenti scritti a mano. Vieweg commenta "Ho fatto una scoperta eccezionale: così sorprendente e fortunata; capita probabilmente una sola volta nella vita ed è paragonabile alla scoperta di una nuova partitura di Mozart".

Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831) viene ritenuto il padre dell’idealismo tedesco, nonché colui che rivoluzionò il sistema filosofico occidentale grazie al suo pensiero metodico e strutturato. I manoscritti dovrebbero provenire dal patrimonio del teologo Friedrich Windischmann (1811-1861), vicario generale dell’Arcidiocesi di Monaco e Frisinga. Il teologo li avrebbe ricevuti in dono dall’autore stesso, Friedrich Wilhelm Carové (1789-1852), uno dei primi studenti del filosofo presso l’Università di Heidelberg. All’interno degli scritti si trovano riflessioni sul tema della libertà, sulla religione, sull’arte, ma risultano particolarmente importanti le annotazioni circa una lezione di estetica tenuta dal docente, di cui non si aveva avuto sino ad ora documentazione alcuna. È ancora troppo presto per poter avere delucidazioni dettagliate sul materiale di Carové, ma le Università di Jena e Bamberga hanno già dato inizio ad un progetto scientifico, diretto da Vieweg e dal docente Christian Illies, finalizzato alla stesura di un’edizione intitolata ‹Caroves Hegel-Mitschriften›.

Hegel gode di grande impopolarità per i suoi concetti ritenuti spesso intricati ed enigmatici; questo, in realtà, non è il comune pensiero degli studenti ma anche il noto filosofo Bertrand Russell lo aveva definito “il più difficile da capire tra i grandi filosofi”. Lo stesso filosofo attraverso una delle sue celebri frasi ‹Tutto ciò che è noto, in quanto noto, spesso non è conosciuto› ci ha invitati ad andare oltre l’apparenza e la superficie delle cose. Dovremmo forse cogliere quest’occasione e sfruttare le riflessioni inedite per approfondire lo studio della filosofia hegeliana?

Attraverso "l’ascolto" delle sue lezioni, mediato dagli appunti di Carové, si potrebbe avere maggiore chiarezza sulle nozioni più complesse. Riusciranno le nuove letture critiche a render più piacevole lo studio e la comprensione del pensiero hegeliano?

Gaia Corda, Liceo classico

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