25 novembre: un solo giorno è davvero sufficiente?

Oggi, 25 novembre, si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dall’ONU in memoria delle sorelle Mirabal, tre attiviste politiche violentate e uccise, e di quelle figure femminili vittime di maltrattamenti, di stalking e, nei casi peggiori, di femminicidio.Questo tema è ancora attuale: infatti, quasi ogni giorno si sente parlare di denunce da parte di ragazze che quasi sempre vengono sminuite o ignorate del tutto; queste ultime, per paura di rimanere sole o di non ricevere una tutela, non fanno sentire la propria voce e il proprio bisogno d’aiuto, e vengono poi quasi sempre uccise da coloro i quali dovrebbero amarle e rispettarle.Inoltre, in molte città e paesi, compresa l’Italia, ci sono ragazze che temono di uscire da sole per paura di essere violentate e sono costrette a servirsi della compagnia di altri uomini o di una qualche arma o forma di protezione. 

Secondo noi, tutto parte dalle informazioni che prima vengono impartite dalla famiglia, poi dall’ambiente che si frequenta e infine dai media; per media si intendono libri, quotidiani, social e programmi televisivi, nei quali di solito viene creata una netta divisione tra uomini e donne, le quali spesso hanno ruoli meno rilevanti rispetto a quelli maschili. Quindi noi giovani, venendo sottoposti a queste ideologie, potremmo, il più delle volte, sviluppare pensieri sessisti, stereotipati e maschilisti. 

Un esempio è il fatto che molte ragazze di oggi pensano di dover essere all'altezza degli stereotipi imposti dalla società: sposarsi, avere figli dopo il matrimonio, occuparsi singolarmente di tutte le faccende domestiche e badare ai figli pensando che gli uomini debbano soltanto portare il cosiddetto “pane a casa”.  

Ci teniamo a sottolineare che non tutti i ragazzi sono maschilisti e patriarcali come spesso vengono etichettati. A nostro parere, una soluzione potrebbe essere la sensibilizzazione a scuola attraverso la visione di film, libri e testimonianze; la normalizzazione nel chiedere aiuto in caso di violenza fisica, verbale e psicologica; fare in modo che queste donne, che hanno bisogno di supporto e di tutela, possano chiedere aiuto più facilmente; ne è un esempio la creazione del numero 1522, l’introduzione di centri di assistenza non solo per le donne maltrattate, ma anche per gli uomini che maltrattano e che hanno una visione distorta delle relazioni, dell’amore, delle emozioni e della gestione dei sentimenti.

Per concludere, noi pensiamo che la violenza di genere debba essere combattuta e ricordata ogni giorno, poiché non è sufficiente una sola giornata all’anno per commemorare le vittime di violenza e sensibilizzare la società su queste tematiche.  Noi speriamo che prima o poi non si ripetano più episodi di questo tipo e che la società acquisisca consapevolezza sull’importanza dell’educazione alle emozioni, al rispetto, al consenso e alle relazioni sociali.     


Beatrice Cicchinelli, Anna Marongiu, Giuseppe Masia, Francesca Stellato 

(II D Liceo Classico)