Cari lettori, come probabilmente saprete, il 21 settembre si celebra la Giornata internazionale della pace. In un mondo travagliato da guerre, tensioni tra Stati e orrori come i genocidi — alcuni dei quali stiamo purtroppo assistendo in diretta — ricordare il valore della pace non è solo doveroso: è vitale.
Ma cosa intendiamo davvero con questa parola, spesso evocata ma raramente vissuta?
Dal latino pax, pacis, la pace indica una condizione sociale, relazionale e politica fondata sull’armonia e sull’assenza di conflitti e di disaccordi. Tuttavia, sia nel passato che oggi, questa condizione appare più come un ideale che come una realtà concreta.
Non viene né sufficientemente promossa né rispettata — e, forse, il primo a non comprenderne appieno il valore siamo noi stessi.
Quante volte, infatti, litighiamo per futili motivi?
Quante volte ci offendiamo per nulla,alzando muri invece di costruire ponti?
Sono gesti che sembrano insignificanti, eppure plasmano il mondo attorno a noi. A questi si aggiungono poi i conflitti su scala globale: guerre che non solo distruggono città, ma strappano vite, spezzano famiglie e lasciano dietro di sé un’immensa sofferenza.
Per questo, cari lettori, voglio ribadire con forza che la pace non è un concetto astratto, ma un bene prezioso che deve appartenere a ogni essere umano.
E allora, per favore: non smettiamo mai di seminare pace, anziché odio.