Buongiorno, sono Veronica Cicchinelli della classe 4A e vorrei parlarvi di un’esperienza che mi ha colpito profondamente e ha fatto nascere in me una riflessione.
La nostra scuola, da un po’ di anni, ha messo in atto un progetto intitolato “Un passo oltre: scuola, carcere e dignità”. Ma di che cosa si tratta? É un progetto che permette ai ragazzi che frequentano la quarta superiore di affrontare il tema della dignità umana e porsi delle domande al riguardo entrando in contatto con il mondo del carcere.
L’esperienza è cominciata lunedì 10 febbraio, quando la Prof.ssa Donzelli ha portato nella nostra classe Suor Nicoletta Vessoni, una suora che si dedica totalmente al servizio in carcere.
Lei ci ha posto inizialmente una domanda: quando una persona commette un reato perde la dignità oppure la mantiene?
Ci sono state diverse opinioni contrastanti, e non c’è stata una risposta definitiva. Ci ha poi raccontato alcune esperienze che ha vissuto in carcere, e ci ha riportato una domanda che tempo fa le fece un detenuto: Uscito da qui come farò a guardare in faccia le persone alle quali ho ucciso un familiare?
Mi ha colpito anche il fatto che molti di loro hanno capito di aver sbagliato, perché è difficile ammettere di aver sbagliato e soprattutto sapersi perdonare.
Inoltre, suor Nicoletta ci ha detto che questo è il migliore servizio che abbia potuto fare verso la fine della sua vita, perché incontra ogni giorno la genuinità umana: persone vere, reali, persone che non hanno niente da perdere perché hanno perso tutto.
Martedì 11 febbraio sono andata con la mia classe e con la 4D, accompagnati dalla prof.ssa Donzelli, dalla prof.ssa Granata e da Suor Nicoletta Vessoni al carcere di Alghero.
Una volta giunti, siamo entrati in una stanza in cui hanno raccolto tutti i documenti di identità e, successivamente, ci hanno sottoposto ad altri controlli. Ero abbastanza agitata: non ero mai entrata in un carcere e direi menomale!
Successivamente, abbiamo avuto modo di metterci in ascolto delle vite dei detenuti e delle loro esperienze, per poterne fare tesoro.
Tra le tante parole pronunciate dai detenuti, mi hanno particolarmente colpito le seguenti: Anche noi siamo esseri umani; ho pensato solo al mio benessere personale; riflettere prima di agire, le azioni portano conseguenze; solo dopo ho capito quanto è preziosa la libertà; non ne vale la pena, imparate a parlare, a tirare fuori i problemi; la cosa che manca di più a noi tutti sono gli affetti familiari.
Poi, ci hanno spiegato da che cosa è costituito il carcere di Alghero e quali attività possono svolgere. All’interno si trova la scuola media, un istituto alberghiero e l’università; c’è anche una biblioteca, diversi campetti dove praticare sport e un punto di ascolto.
I detenuti ci hanno detto che le figure del prete e della suora, all’interno del carcere, sono molto importanti per loro. Possono fare solo due chiamate al mese, quattro videochiamate, chiamate solo alla famiglia e quattro colloqui.
Ci hanno dato diversi consigli; tra questi quello di leggere, studiare e accendere il motore della testa.
Infine, ci hanno offerto un piccolo rinfresco, un piccolo gesto che però non è così tanto piccolo se visto con occhi diversi.
Infine, prima di uscire, abbiamo visitato le vecchie celle e il museo. Usciti dal carcere siamo risaliti sul pullman per recarci alla comunità don Graziano Muntoni, che accoglie alcuni detenuti che scontano la pena in misura alternativa alla detenzione. Arrivati lì, abbiamo pranzato con i detenuti; successivamente, abbiamo avuto modo di vedere la fattoria della comunità e di parlare con due detenuti che ci hanno raccontato la loro storia.
Spero che, in futuro, sempre più ragazzi possano avere la possibilità di partecipare a questo progetto, poiché permette di avere un’altra visione del carcere e di togliere anche tanti pregiudizi.
Penso che questa esperienza non la dimenticherò mai e ringrazio veramente coloro che hanno reso possibile tutto ciò, in particolare la prof.ssa Francesca Donzelli.
Voglio lasciarvi con un'affermazione fatta da un detenuto che mi ha toccato particolarmente: Abbiate fede e speranza!
Veronica Cicchinelli (4A scientifico)