26 Aug
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           La nostra scuola è intitolata al cav. Giovanni Antonio Pischedda. Ma chi era quest'uomo e perché fu così importante? Di lui abbiamo trovato poche informazioni, ma abbastanza significative per delinearne i tratti probabilmente più salienti della sua vita e opera. 

          Giovanni Antonio Pischedda era un nobile bosano, sposato con la concittadina donna Maddalena Passino, anch'essa appartenente alla nobiltà locale. Tra il 1855 ed il 1877 rivestì per ben due volte la carica del sindaco della città di Bosa, portando a termine tutte le opere, tra cui la costruzione del nuovo ponte in trachite sul Temo, edificato sulle rovine del vecchio attraversamento in legno, distrutto in parte da un incendio. Altra opera di rilievo economico e sociale fu quella della costruzione dell'acquedotto e della rete delle fognature, che resero Bosa una della prime città in Sardegna dotata di queste infrastrutture. Per l'inaugurazione dell'acquedotto, venne costruita la grande fontana situata nella attuale Piazza Costituzione, nota a tutti i bosani come piazza Fontana, adiacente “Sa piatta”: il Corso Vittorio Emanuele,  salotto buono della parte bassa del centro storico e via di transito per la cattedrale  dell'Immacolata.

          Alla sua morte il cav. Pischedda donò i suoi terreni alla città, con l'intenzione di creare una scuola agraria nel podere delle estese campagne a Nord Ovest, nella zona di Santa Maria, ricadente nel territorio confinante con Montresta, di ben 500 ettari. Così riporta il Regio Decreto 13 novembre 1924, n. 1928, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nello stesso anno, che riconosceva legalmente il nuovo statuto dell'istituto. Il cavalier Pischedda ha scritto nelle sue ultime volontà: “Lascio il mio tenimento appellato col nome generico tanca di Santa Maria a solo scopo di fondare sul luogo una scuola di agricoltura pratica con annesso podere, ossia Scuola-podere, per insegnarvi a giovani sardi le scienze agrarie”. Il cavaliere inserisce una clausola al suo testamento: se il fine delle sue intenzioni fosse venuto a mancare, tutti i terreni sarebbero stati restituiti alla sua famiglia. Per onorarlo e ricordarlo il nostro Istituto è intitolato al suo benefattore, il cavalier Giovanni Antonio Pischedda. 

Daniele Loche 2 A  





                                                                                 

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