09 Apr
09Apr

Circa 5.400 specie animali sono a rischio estinzione, rischiano cioè di sparire per sempre dalla faccia della Terra. Le specie animali e vegetali si estingueranno a causa di numerose azioni: inquinamento, antropizzazione e caccia.

Lo spargimento di prodotti chimici e le fuoriuscite di petrolio avvelenano fiumi, mari e gli esseri viventi che li abitano; pesticidi e fertilizzanti chimici inquinano le falde acquifere e le piante delle quali si nutrono gli animali. I cambiamenti climatici stanno rendendo difficile anche la vita degli animali; infatti il loro habitat naturale sta risentendo notevolmente delle mutate condizioni metereologiche, a volte troppo calde, altre troppo fredde; le riserve di acqua si stanno prosciugando e le piante mangiate dagli animali si sviluppano con difficoltà. L’antropizzazione: la cementificazione ha modificato significativamente molte zone della Terra: intere foreste abbattute, zone paludose prosciugate, costruzioni su aree verdi, che costituivano i polmoni del pianeta. Questo depauperamento ha modificato l’ambiente naturale in cui gli esseri viventi si sviluppano e mentre alcuni con difficoltà si adattano, altri soccombono. 

L’ambiente naturale che subisce in modo particolare gli effetti negativi delle attività umane è la foresta pluviale tropicale: essa contiene più specie di piante e di animali di qualsiasi altro luogo sulla Terra, ma ogni anno da essa scompare un numero sempre maggiore di specie, che sono incapaci di adattarsi a un nuovo tipo di ambiente.

La caccia: molti animali vengono catturati e uccisi dagli uomini, a volte per ottenere alimenti, ma più spesso per ricavarne pellicce, corna e altre parti, oppure semplicemente per collezionarli come trofei di caccia. Alcuni animali predatori sono cacciati per proteggere gli animali domestici, altri rimangono uccisi accidentalmente, ad esempio: i delfini e le focene muoiono intrappolati nelle reti da pesca, i lamantini vengono uccisi dalle eliche dei motoscafi. La caccia è comunque regolamentata da leggi nazionali ed internazionali, che vietano il commercio di parti del corpo di alcune specie animali. Tuttavia, esiste però il fenomeno del bracconaggio: alcune specie vengono cacciate illegalmente, allo scopo di rivendere a caro prezzo le parti più pregiate. 

Alcune specie non vengono uccise, ma catturate vive (illegalmente) nel loro ambiente naturale, per essere rivendute in altri paesi e mantenute in cattività. Ciò accade ad esempio a pappagalli e tartarughe, e anche ad animali pericolosi e certo difficili da tenere “in casa” come serpenti, ragni e insetti, e molti altri. Il destino di questi animali è purtroppo spesso la morte.

Molti esperti di conservazione sono d’accordo sul fatto che il miglior modo per salvare gli animali è proteggere i posti in cui vivono, cioè i loro habitat. Essi stanno studiando come sviluppare al meglio le riserve naturali in aree come le foreste pluviali e le zone paludose. 

Alcuni animali, però, hanno bisogno di un’area molto vasta in cui vivere e trovare cibo, e una riserva può non essere abbastanza grande. Una risposta a questa difficoltà è lo sviluppo di corridoi naturali: strette strisce di terra che collegano diverse riserve, attraverso le quali gli animali riescono a spostarsi pur attraversando zone antropizzate, cioè in cui sono presenti l’uomo e le sue costruzioni.

Ibba Fabiana e Niccolò Piu (classe 4^E/F)

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