23 May
23May

Negli ultimi mesi abbiamo visto decine di attivisti di Ultima Generazione rovinare edifici storici di varie città italiane lanciandoci sopra vernici. Di recente hanno devastato anche il Teatro alla Scala, provocando scalpore e rabbia fra gli abitanti di Milano. Oltre al clamore generato da questi episodi, nel corso del tempo ci sono stati altri eventi che hanno acceso l’attenzione generale verso questa realtà. Ricordiamo, ad esempio, i vari blocchi stradali sul Grande Raccordo Anulare di Roma, le mani degli attivisti incollate alle vasche dell’Acquario di Genova e al vetro protettivo de "La Primavera" di Botticelli alla Galleria degli Uffizi di Firenze, la zuppa lanciata sul quadro di Van Gogh, “Il seminatore”, in mostra a Palazzo Bonaparte a Roma e ancora l’imbrattamento del Palazzo della Signoria a Firenze ed il tentativo a Palazzo Madama a Roma. Dopo questi episodi sarebbe necessario che le autorità di dovere intervengano al fine di evitare in futuro il ripetersi e l’evolversi in negativo di queste contestazioni. Gli attivisti sono spinti a compiere questi atti folli convinti che l’affidarsi a gesti tanto eclatanti serva a sensibilizzare e mobilitare la politica degli Stati a favore della salvaguardia dei cieli e delle acque del mondo inquinati dall’economia spregiudicata di grandi aziende e società petrolifere. Il decreto della Lega presentato a novembre da Paolo Borghi è diventato realtà: di fatto chi va a imbrattare o vandalizzare luoghi e opere d’interesse storico-artistico può essere arrestato e punito con una multa che non deve essere inferiore a 2060 euro; molti ritengono che questo decreto sia troppo duro mentre altri pensano che sia giusto in quanto per manifestare le proprie opinioni è inammissibile deturpare opere e monumenti tra i più significativi del nostro paese.

Davide Massa, IV D Liceo classico

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